Bologna-Lazio 0-0, le PAGELLE di Guido De Angelis

Bologna-Lazio 0-0. Le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis:

PROVEDEL 7 – Soffia e incrocia le dita sulle conclusioni di Ferguson (palo), Kyriakopoulos (fil di palo) e Barrow. Sempre preciso in uscita e nel gioco con i piedi. Mai nella storia un portiere della Lazio aveva tenuto la porta inviolata per così tante gare esterne. Decisivo su Kyriakopoulos e con la manona su Barrow.

LAZZARI 5 – Inguardabile in entrambe le fasi di gioco. In avanti non prende mai mezza iniziativa, in difesa è un disastro: Kyriakopoulos e Barrow fanno quello che vogliono e hanno occasioni clamorose a causa di suoi “buchi” eclatanti. Si sta perdendo, deve cercare di dare molto di più.

CASALE 6 – Una buona partita macchiata da un errore nel finale che per poco Barrow non trasforma nel gol dell’anno. Sta diventando un centrale importante sotto la guida di Sarri, ma deve fare più attenzione ai dettagli. Bene nelle coperture preventive e negli anticipi.

ROMAGNOLI 6 – Sempre attento, mi piace molto che badi sempre al sodo: quando c’è bisogno di spazzare il pallone in laterale lo fa tranquillamente, e quando c’è da verticalizzare taglia il campo e accelera l’avvio di azione. Non corre grossi pericoli, è bravo a mantenere alta la concentrazione.

HYSAJ 7 – Lo voglio premiare ancora una volta, perché difensivamente fa un’ottima partita e tiene botta fino al fischio finale nonostante a fine primo tempo prenda un calcio incredibile. Tra i più ordinati, in uscita è sempre pulitissimo e non si fa mai prendere dall’ansia: gestisce con intelligenza ogni pallone che capiti dalle sue parti. Sta facendo una seconda parte di stagione ottima.

MILINKOVIC 5 – Continua a correre tanto e sacrificarsi, ma sbaglia tantissimo dalla trequarti in avanti, alcuni errori non sono da lui. Non posso dire nulla al nostro miglior calciatore per qualche mese di appannamento, se non augurarmi che possa crescere nelle prossime due partite. E’ tornato scarico dal Mondiale e recentemente non era stato bene, però deve giocare tutte le partite perché anche la sua versione peggiore è comunque indiscutibilmente superiore ad ogni possibile cambio a centrocampo.

VECINO 6 – Sbaglia poco, chiaramente non gli si può chiedere una velocità di esecuzione che non ha nelle caratteristiche. Prende scientificamente un giallo inesistente che gli farà saltare il derby, già all’andata era successa la stessa cosa a Milinkovic. Ci mancherà tantissimo.

LUIS ALBERTO 5,5 – Mette un gran pallone per Pedro, che spedisce fuori col destro. Poi, imbeccato da Zaccagni, si mangia il gol del vantaggio, ma nella circostanza è molto bravo il portiere del Bologna. Da quel momento in poi è colpito da una forte nausea che dovrebbe portarlo ad uscire dal campo alla mezz’ora di gioco. Però non abbiamo un cambio che sia uno, così deve reggere ancora fino all’ora di gioco, per poi arrendersi. Speriamo si rimetta presto, sta garantendo buona continuità.

BASIC 4,5 – Poco da dire. Entra in campo e lascia lì il pallone a Casale, rischiando di partecipare ad un harakiri. Si nasconde dai compagni, da perfetto corpo estraneo. Quando si incarica delle palle inattive fa quasi tenerezza. Abbiamo pagato a carissimo prezzo il suo apporto praticamente nullo alla causa della Lazio.

PEDRO 5,5 – Dà tutto quello che ha, alla sua età dovrebbe subentrare per l’ultima mezz’ora di gioco, invece è costretto a fare 80 minuti perché non ha nessuno che possa dargli il cambio. Disputa la solita buona partita, purtroppo non centra la porta sul grande assist di Luis Alberto in avvio di gara.

CANCELLIERI NG

ZACCAGNI 6 – Si viene a prendere la sfera, si fa fare fallo, arriva al limite dell’area, ma purtroppo non calcia mai. Se trovasse la porta sarebbe un grande calciatore, se solo la cercasse sarebbe un calciatore migliore di quello che è adesso. Ma ce lo teniamo stretto. Thiago Motta mette Posch dal suo lato e ne limita molto la creatività.

FELIPE ANDERSON 6 – Bisognerebbe soltanto fargli un monumento per l’impegno che mette in un ruolo non suo e per la continuità spaventosa con cui è costretto a giocare. Non è un centravanti, non cerca la profondità, e quando arriva in area di rigore non tira in porta, ostinandosi a volere entrare in porta con il pallone. In quattro o cinque casi avrebbe l’opportunità di calciare, invece opta per la consueta serpentina fine a se stessa. Ripeto, possiamo dirgli davvero poco.

MAURIZIO SARRI 10 – Il voto che prenderà da qui a fine stagione. Io me lo terrei per tutta la vita, ma società e ambiente non sono pronti ad avere in panchina un allenatore del genere. Da solo assieme ai calciatori sta confezionando un miracolo dopo l’altro, senza avere i mezzi per competere con le altre. Il divario tra le due panchine di questa sera era francamente imbarazzante.