Le PAGELLE di Guido De Angelis – Milinkovic-Immobile, si salvano in due: il Toro domina, serata difficile

 

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Al termine di Lazio-Torino arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis. Ecco voti e giudizi ai protagonisti biancocelesti del match del sabato sera.

STRAKOSHA 4,5 – Rivedibile sui corner granata già nel primo tempo, quando resta inchiodato sulla linea di porta e viene salvato dal palo. In questo fondamentale non è MAI cresciuto. Nei primi 45’ non viene mai chiamato a sporcarsi i guanti. Nella ripresa, per tre angoli consecutivi guarda saltare da fermo il rivale. Alla terza, è gol. Versione-citofono.

LAZZARI 5 – Milinkovic è tallonato sin da prima che gli arrivi il pallone, così non riesce quasi mai ad imbeccarlo, e le sovrapposizioni con Anderson sono rarissime. Quelle poche volte in cui arriva sul fondo, non riesce a trovare l’ultimo passaggio vincente. Suo corner del gol viene spinto e nessuno protesta, del resto già nel derby Milinkovic era stato preso a pugni in faccia senza che nessuno dicesse nulla. In fase difensiva se la cava tutto sommato bene, ma oggi è stato troppo timido. Questo ragazzo ha delle armi, ma deve crescere in personalità.

PATRIC 6 – Nuovamente preferito a Luiz Felipe Ramos per giocare in coppia con Acerbi. Nella prima mezzora buca un intervento in area di rigore, ma con i piedi è sempre molto tranquillo. Esce per infortunio al 40’. Sufficiente.

LUIZ FELIPE RAMOS 5,5 – Entra al 40’ al posto dell’infortunato Patric. Parte con mezzo voto in meno, semplicemente per il tempo che impiega a togliersi la pettorina, indossare la maglia ed entrare in campo: nel frattempo il Toro riparte contro la Lazio in 10 e, per nostra fortuna, la conclusione di Pobega viene murata. Fa il suo ingresso in campo stizzito. Nella ripresa si guadagna mezzo voto in più, perché nel recupero il suo tackle coi tempi giusti “consegna” a Milinkovic il pallone del cross per la rete di Immobile.

ACERBI 5,5 – Tiene bene nel duello fisico con Belotti, facendosi preferire per le vie aeree. Da rivedere, per l’intero reparto, la gestione dei calci d’angolo a sfavore: è vero che il Toro ha enorme fisicità, ma il pallone lo colpiscono sempre loro. Nella ripresa Juric butta dentro Pellegri, che ci colpisce proprio da calcio d’angolo, dopo tante avvisaglie. Non perde la testa nella mezzora finale, comandando la difesa e anticipando sempre Pellegri.

MARUSIC 4,5 – Oggi abbiamo meno agonismo e vinciamo pochissimi contrasti, la partita del montenegrino ne è l’emblema: troppo “educato” e cortese, tiene botta nel duello con Ola Aina, ma è tenuto molto basso e quando va al cross lo fa rientrando col destro, risultando ampiamente scolastico. Regala senza alcun senso (era completamente solo) il calcio d’angolo da cui nasce il vantaggio granata.

MILINKOVIC 6,5 – Aggredito dal primo minuto, oggi trovare gli spazi è dura anche per il Sergente, che ha sui piedi l’unica chance del primo tempo. Perde qualche duello di troppo, è meno preciso e ispirato del solito, e nella ripresa prova a predicare nel deserto, lamentando l’immobilismo dei compagni. Rimane sempre dentro la partita, da leader, anche quando gioca da solo tra i compagni non pervenuti. Nell’anarchia del finale, si butta sistematicamente in area, chiama Strakosha al rinvio, detta i movimenti ai compagni, mette in porta Basic e pennella il fantastico assist per il gol di Immobile. Lui e Ciro, ad oggi, sono le uniche luci della Lazio.

LEIVA 4,5 – Il Toro marca a uomo, nel primo tempo è completamente ingabbiato e non la prende quasi mai, facendosi scappare alle spalle Pobega e Ricci in più di una circostanza. Provando l’anticipo, sbaglia più volte i tempi dell’intervento. Non riesce a smistare un pallone, questa sera l’assetto degli avversari lo ha messo in grande difficoltà. Esce a metà ripresa lasciando il posto a Cataldi.

CATALDI NG – Entra e non cambia la sostanza, oggi onestamente poteva fare davvero poco. Peccato per quel tiro nel finale, che spaventa Berisha ma finisce a lato.

BASIC 5,5 – Non ha la caratteristiche per cambiare la partita. Quando – dopo una vita – si mette in proprio e trova la giocata, impiega un quarto d’ora a calciare in porta e viene sovrastato dai difensori del Torino.

LUIS ALBERTO 4 – Lento, macchinoso, compassato, fuori dal gioco, poco veemente nei ripiegamenti. Come sempre, quando gli avversari giocano a uomo, sparisce dal campo. Fastidioso quando perde tempo per incamminarsi alla bandierina e battere corner sempre uguali. Esce dal campo a metà ripresa, forse anche troppo tardi. Calciatore dal passo cadenzato che ha una zona di comfort ben precisa: avrebbe bisogno di stoppare il pallone, alzare la testa, fare un passo in più, sistemarsi il pallone e far partire la sfera. In nove gare su dieci, quando il livello si alza, questo non è possibile. 

FELIPE ANDERSON 5 – Il più in forma dell’attacco avrebbe giocato dal 1’ a prescindere dalle condizioni fisiche di Pedro (in tribuna). Parte bene, sembra frizzante, ma è contenuto senza affanni dai sistematici raddoppi della corsia di sinistra del Torino: Ricardo Rodriguez e Vojvoda non gli lasciano mai l’uno contro uno, e il brasiliano si assenta un po’. A inizio ripresa salva di testa sulla linea di porta un gol praticamente fatto, salvataggio che gli vale mezzo punto in più. Il prosieguo del match, però, è una triste malinconia.

LUKA ROMERO NG

IMMOBILE 6,5 – Reduce dalla tripletta del Marassi, il capitano vuole rispondere al gol di Vlahovic nel recupero di Juventus-Bologna, ha di fronte il centrale di difesa più forte, veloce e roccioso del campionato, Bremer. Ciro si mette l’elmetto, cerca di sporcare tutte le traiettorie, ma gli arrivano pochissimi palloni giocabili e il pressing dei centrali è asfissiante. Fino al 75’ sarebbe sotto la sufficienza, ma poi, come sempre, ci salva, raggiungendo quota 25 in campionato. Capocannoniere.

ZACCAGNI 4,5 – Dopo una fase centrale di stagione molto positiva, nelle ultime uscite è un po’ calato di rendimento. Prende – come prevedibile – tre falcioni consecutivi dal graziato Izzo, ma è troppo indolente e in alcune fasi si astrae dal gioco. Con poco carattere, non punta mai l’uomo, è troppo remissivo. Un enorme passo indietro.

MISTER MAURIZIO SARRI 6 – Fino al 75’ c’è stata purtroppo una sola squadra in campo, e non era la nostra. Oggi eravamo completamente fuori fase. Juric ci ha ingabbiato, creandoci grandi problemi, come succedeva da ben due anni. Non riusciamo mai a tirare in porta, perdiamo tutti i duelli. Caratterialmente manchiamo negli interpreti, troppo umorali e, soprattutto, troppo “bravi ragazzi”. Per cambiare una gara bloccata, poi, abbiamo Hysaj, Cataldi, Ramos e Luka Romero: basta che manchi un esterno d’attacco per non avere più cambi, e di chi è la colpa lo sappiamo tutti. Il Torino, squadra di metà classifica, aveva tre punte centrali (Sanabria, Belotti, Pellegri), da noi se Ciro ha il raffreddore non c’è mezzo sostituto. Ho visto il mister letteralmente inferocito coi calciatori per l’atteggiamento della ripresa, nel primo quarto d’ora del secondo tempo non siamo mai usciti dalla metà campo. Questi cali di tensione ce li portiamo da 6 anni, non è evidentemente un problema tattico né tecnico. Servirebbero dal mercato – da almeno cinque anni – calciatori dotati di carattere, grinta, affamati. Ora siamo potenzialmente ottavi, e arriva il Milan. Quei prezzi fanno capire come forse manchi la volontà di arrivare in alto.