Le PAGELLE di Guido De Angelis – Sarri straordinario, Sergej da brividi: dominiamo a Torino e ci prendiamo l’Europa!

 

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Al termine di Juve-Lazio arrivano le pagelle di Guido De Angelis. Ecco voti e giudizi del direttore.

STRAKOSHA 5 – C’è o non c’è, fa lo stesso. Porta aperta, sui gol ha sempre una percentuale di colpa. Sul primo sbaglia Marusic, ma anche lui rimane come sempre inchiodato in porta. Alla penultima con la nostra maglia, in porta non sarà difficile trovare di meglio.

LAZZARI 7 – Spina nel fianco costante della difesa della Juventus, è una scheggia impazzita e arriva su tutti i filtranti di Milinkovic e sta migliorando anche nell’ultimo passaggio. Sarri lo ha fatto crescere in maniera STRAORDINARIA in fase difensiva: anche stasera ripiega, va in tackle, chiude le diagonali, vince gli uno contro uno, e nella ripresa chiude con due giocare super: ferma Ake nell’uno contro uno in campo aperto e guadagna anche fallo, poi arriva al cross con un sontuoso allungo servendo Basic. Va troppo veloce, quindi dopo quell’ultimo scatto si accascia a terra ed esce. Grande Manuel!

RADU SV

ACERBI 6,5 – Sempre lucido, non commette grossi errori sui gol e tiene la concentrazione altissima per tutta la partita, sfiorando due volte il gol su palla inattiva. Sarri lo ha completato sui calci piazzati a favore: è sempre un’arma in più. Meno preciso del solito sui lanci per la testa di Milinkovic.

PATRIC 7,5 – Quanto mi sta piacendo questo ragazzo! Segna ancora una volta un gol (daranno autogol ad Alex Sandro, ma il gol è praticamente tutto suo), esulta digrignando i denti e torna a difendere. Apre il match fermando Vlahovic, al secondo duello uno contro uno se lo mangia e avvia la ripartenza. Vince quasi tutti i duelli, avvia l’azione, e protesta ferocemente sul gol di Felipe Anderson, urlando all’arbitro di rivedere la decisione, e viene ammonito (mancherà col Verona). Non contento, all’ultimo pallone della partita parte palla al piede, scarica su Basic e dà il là al gol di Milinkovic. Sarri lo ha fatto diventare un calciatore utile alla causa, e oggi quasi ci preoccupiamo che manchi nella prossima partita. Applausi.

MARUSIC 5,5 – Più propositivo del solito, oggi ha giocato nel complesso una buona partita, fatta di grande attenzione e spinta costante. Gara macchiata dall’errore sul gol di Vlahovic: nelle diagonali difensive deve migliorare ancora tanto.

MILINKOVIC 8 – Da brividi soltanto a nominarlo. Tutto lo stadio lo vorrebbe con la casacca della Vecchia Signora, ma ce lo godiamo noi, il Sergente. Fa poesia in mezzo al campo, tutte le azioni passano per i suoi piedi, le traiettorie che dipinge sono da estasi pura. Nel finale rende semplice un gol che per gli umani sarebbe impossibile, e al minuto 95 ammutolisce lo Stadium e regala l’Europa alla sua Lazio, che ha preso per mano da inizio anno. E’ uno dei finali più belli degli ultimi anni, la gioia più grande della stagione. Non poteva che essere regalata dall’alieno col 21.

LUIS ALBERTO 7 – L’ho sempre martellato, mi aspetto tanto da uno come lui che spesso ha deluso ed è stato al di sotto delle aspettative. Stasera, invece, voglio fargli i complimenti, perché è stato sempre in partita e ci ha dato tanto. Non trascendentale, ma sempre in partita. Lascia i piazzati a Cataldi, e fa bene, perché Danilo in questo momento li calcia meglio.

CATALDI 7 – Una grande partita di Danilo. 70 minuti abbondanti di qualità, verticalizzazioni, passaggi puliti e personalità. Calcia i corner alla grande, ancora una volta troviamo la rete sugli sviluppi di un calcio da fermo. Mi è piaciuto tantissimo. Sulla sua crescita, inutile puntualizzarlo, ha influito in maniera decisiva Maurizio Sarri, che lo ha trasformato da calciatore che partiva dietro nelle gerarchie ad un co-titolare.

LEIVA 6 – Entra per l’ultimo quarto d’ora e lo interpreta alla grande come sempre. La prossima sarà l’ultima gara in biancoceleste e mi auguro che il popolo laziale lo saluti come merita.

ANDERSON 6,5 – Sempre vivace, svaria sul fronte offensivo ed è frizzante in ogni minuto di partita. Cuce la manovra alla grande, giocando da regista offensivo: quando esce Cabral, la squadra si appoggia su di lui, che sbaglia poco e fraseggia in bello stile. Serpentina e destro all’angolino, troverebbe una rete di pregevole fattura purtroppo cancellata dal fallo di Milinkovic su Bernardeschi. Non fa sfracelli, ma ha trovato continuità di rendimento sotto la guida del nostro mister.

ZACCAGNI 7 – Gran partita del folletto offensivo con la maglia numero 20. Umilia Cuadrado in almeno tre circostanze: prima gli fa un tunnel e se ne va, poi fa passare il pallone e viene travolto, infine lo scarta con disarmante facilità. Guadagna tanti falli, rientra in mezzo al campo per giocare con i compagni, va anche al tiro chiamando Perin a buoni interventi. Se cresce in termini di gol e assist, diventerà un big. Intanto ci teniamo la sua ampia sufficienza di questa sera: raramente ho visto la fascia destra della Juventus così in difficoltà. PS Il recupero difensivo del pallone su Cuadrado è stato determinante per il pareggio.

CABRAL 5 – Non ha nessuna colpa e secondo me interpreterebbe anche bene le fasi di gioco: si impegna, cerca la sfera, corre tanto e dà sempre un’opzione a Luis Alberto. È chiaro che però contro i giganti della difesa della Juventus può poco, e non incide. Esce al 55′ per Pedro.

PEDRO 6 – Bentornato, Pedrito! Ci mancava da due mesi, entra con tanta birra e si conferma calciatore di livello assoluto. Col Verona chiuderà alla grande, ne sono certo.

BASIC 6 – Entra per l’ultimo quarto d’ora al posto di Luis Alberto che chiede il cambio. Calcia una punizione in modo inverecondo, poi va al cross tutto solo dalla sinistra e la manda praticamente in fallo laterale. È la terza gara di fila in cui senza avere alcuna opposizione può andare al cross dalla sinistra col suo piede e la manda fuori dallo stadio. Finalmente, però, nell’ultima azione si ricorda di essere un calciatore e, appunto, calcia in porta. Perin respinge e Sergej la mette.

MISTER SARRI 9 – Ha preso in estate una squadra alla frutta e senza motivazioni, con metà della rosa in scadenza e tantissime lacune. Ne ha cambiato la mentalità: giocavamo di rimessa e lasciando il possesso alle altre, difendendo con 5 difensori e attaccando con una punta. Ora dominiamo in casa della Juventus, chiudendola nella metà campo, finendo con un possesso palla attorno al 70%, 16 tiri, 2 reti e un dominio territoriale netto, con 9 corner a 0. Ha trasformato qualche brutto anatroccolo (lo dico simpaticamente) in giocatore funzionale, e lavorato meticolosamente su tutti gli aspetti: difendiamo alti, facciamo una marea di schemi su palla inattiva, siamo il secondo attacco del campionato e abbiamo preso gli stessi gol dello scorso anno pur difendendo con un uomo in meno e avendo gli stessi interpreti. Non ha la stampa dalla sua parte, ma ha realizzato un piccolo capolavoro: con un punto col Verona arriveremo quinti in classifica, davanti a squadre che hanno progettato, costruito e speso molto più di noi. Ora tutti all’Olimpico per applaudire la Lazio e il suo lavoro!