Le PAGELLE di Guido De Angelis – Col Sassuolo la Lazio è un’orchestra bellissima, dirigono il solito Sergej e un devastante Felipe

 

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STRAKOSHA 6 – Ottima parata su Scamacca al primo intervento del match, poi è goffo in due rinvii e per poco non fa segnare Defrel. In ritardo sul palo neroverde del primo tempo, sulla respinta è reattivo su Scamacca. Inconcepibile il suo tentativo di parata in scivolata da cui scaturisce il gol del 2-1 del Sassuolo. Il ruolo del portiere, lo sappiamo da tempo, sarà uno di quelli su cui intervenire pesantemente nel prossimo mercato.

LAZZARI 8 – Primi 20’ da Frecciarossa, con tanto di gol atipico: stanco di tentare ultimi passaggi fuori misura, si mette in proprio e trova l’angolino alla destra di Consigli. Nella seconda parte del primo tempo tiene bene su Traore in fase difensiva. Nella ripresa si limita a contenere, ma lo fa con buona applicazione: sta crescendo anche in fase difensiva.

PATRIC 7,5 – Primo tempo con qualche sbavatura a livello di posizionamento, in uscita è molto pulito. Questo ragazzo è cresciuto davvero tanto e ha beneficiato del cambio di guida tecnica. Io onestamente oggi ho visto un giocatore che mi ha dato quasi sicurezza. Ha personalità e dà sempre al compagno la possibilità di avere il passaggio facile. Gli faccio tanti applausi e gli do mezzo voto in più, perché per concentrazione, abnegazione e intelligenza, è diventato un altro. Sarebbe quasi un peccato perderlo proprio ora. Perlomeno, non meritocratico.

ACERBI 7 – Forse non ha la freschezza di qualche tempo fa, ma non perde mai la bussola ed ha l’intelligenza e l’esperienza per comandare la retroguardia senza troppi affanni. Nella ripresa sale in cattedra e si prende la scena. Lucido, puntuale negli anticipi e sempre applicato. Mi dispiace che sia bersagliato da una parte dei tifosi e debba auto-escludersi dai saluti finali alla gente laziale. Io continuo ad augurarmi che la questione possa ricomporsi, e rientrare.

MARUSIC 6- – Scolastico, con un piede solo, deve solo tenere la posizione e scaricare all’indietro. Nell’unica circostanza in cui si affaccia in area avversaria ed è imbeccato di tacco da Immobile, spreca calciando senza alcun tipo di cattiveria. Oggi funzionava tutto, i meccanismi erano perfetti, quindi se l’è cavata senza patemi anche lui.

MILINKOVIC 9 – Perfetto. A centrocampo lavora per due, è determinante nel legare letteralmente le due fasi della nostra Lazio. Nella ripresa con la consueta furbizia e il solito tempismo perfetto segna il 2-0 e dà spettacolo in mezzo al campo, chiudendo in tackle ogni possibile traiettoria. Non so che cifra valga e neppure mi interessa, ma so che nessuno di noi abbia mai fatto realmente i conti con cosa significherebbe perdere un calciatore di questo livello. Balla, domina, dipinge calcio, vorrei vederlo all’Olimpico in eterno, e pregherei i laziali di fare una raccolta di firme per tenerlo a vita. Sembrava un direttore d’orchestra.

LEIVA 7 – Si piazza davanti alla difesa con la grinta di un ragazzino, mi impressiona che urli per tutta la gara i movimenti ai compagni, telecomandandone le giocate e dettando i ritmi del pressing e delle scalate che chiede l’allenatore. Nella ripresa invece di calare, interpreta alla grande alcune circostanze di gioco potenzialmente pericolose. Veterano, peccato per le primavere che cominciano ad essere tante, ma lo terrei sempre nella mia rosa. Dal 70’ non ne ha più, Traore gli scappa via e così Sarri inserisce Cataldi. Partita importante.

CATALDI NG – Entra con la carica giusta e smista tanti palloni. Per uno come lui Sarri può essere una manna dal cielo.

LUIS ALBERTO 6 – Primi 45’ brutti e da dimenticare, seconda frazione appena dignitosa; per quello che può fare lui, non posso dargli più della striminzita sufficienza. Nel primo tempo colleziona errori tecnici, non trova mai l’infilata per vie centrali e in generale è tanto anarchico quanto impreciso: si ostina a voler tentare l’assolo, ma sbatte sistematicamente sui centrali neroverdi. Nel secondo tempo cresce, colpisce il solito legno su corner e quantomeno non demorde. Rimane un’arma importante da palla inattiva: anche stavolta pesca con malizia e acume Milinkovic per offrirgli il bis. Gara onesta, nulla di più.

AKPA AKPRO NG – Entra nel finale tornando sul rettangolo verde dopo una vita, sono i primi minuti dell’anno solare.

FELIPE ANDERSON 8 – Prestazione da brividi, eccezionale. Primo tempo con un solo errore di misura in un dai e vai con Lazzari, per il resto magistrale: crea la superiorità numerica, serve Immobile col contagiri, attacca tutti gli spazi e fa impazzire il diretto avversario. Gli manca solo il gol, quando dopo aver ubriacato la difesa neroverde centra in pieno il portiere. Nella ripresa continua ad esaltarsi, ed è autore di costanti raddoppi su Traore per aiutare Lazzari. In forma straripante a livello di testa. Sappiamo quanto sia umorale, ma quando è in questa versione ce lo godiamo. Devastante.

IMMOBILE 6 – Ciro ce lo stanno provando a distruggere, aveva addosso tantissima pressione. Ha una voglia di fare infinita, corre come un pazzo e si danna l’anima su ogni pallone. Oggi però Ciro è impreciso, gli riesce poco e soprattutto cestina almeno quattro ghiottissime occasioni da rete. Oggi non gliene è andata bene una, ad un certo punto lo ha capito e si è messo a disposizione della squadra. Tutto sommato, visto il punteggio, meglio che se li sia tenuti per quando serviranno. Non possiamo che stargli vicini, lui non deve abbattersi e deve stare tranquillo.

ZACCAGNI 6,5 – Incanta col pallone tra i piedi, si conquista una serie infinita di falli, fa salire la squadra. Deve migliorare tanto nell’attaccare la profondità e in area piccola, perché ha un talento enorme.

SARRI 8 – Partita super. Quando ci mettiamo a giocare a pallone, siamo veramente belli da vedere. Oggi forse è la consacrazione, o l’ennesima conferma di progressi spaventosi. Siamo stati brillanti, dominanti, abbiamo fatto andare a vuoto il Sassuolo e avremmo potuto segnare sei o sette gol. Tra mille difficoltà, e da solo, ha dato un gioco divertente ed efficace ad una squadra disabituata ad avere il dominio delle gare. Una Lazio da incanto.