Le PAGELLE di Guido De Angelis – Calciatori superficiali, scolastici e senza attributi: nel derby si salva solo Luka Romero

 

Al termine del derby tra Roma e Lazio, arrivano le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis, precedute da una breve intro con le sue parole nel corso del postpartita di Radiosei (98.100).

“Noi abbiamo dimostrato ancora che non siamo una squadra maschia, non abbiamo interpreti che abbiano gli attributi per le partite importanti. Spero che i tifosi non comincino ad andare contro all’allenatore, oggi la squadra non è mai entrata in campo e dovrebbe chiedere scusa: la abbiamo persa noi con superficialità e un atteggiamento borioso. Sapevamo fosse un’imboscata, noi ci arriviamo sempre con l’abito elegante, mentre in campo serve gente che dia anima e corpo. Stasera hanno fallito tutti, è stato un brutto spettacolo, chiaramente parto dalla società e arrivo ai leader in campo. Nel secondo tempo siamo andati a vuoto perché loro erano più cattivi, più feroci. Noi presumevamo di poter andare avanti per inerzia, noi siamo stati mentalmente impreparati a fare la battaglia, del tutto approssimativi. Siamo stati presuntuosi, spocchiosi, non siamo mai entrati in questa gara, eravamo una squadra molle e con le facce sbagliate. Loro nella bagarre arrivavano prima su tutti i palloni, stavano giustamente sempre a terra perché hanno quella malizia e quella cattiveria a noi sconosciuta. Oggi avremmo perso sempre, però non sappiamo mai protestare nei momenti giusti, anche la gomitata di Mancini poteva essere un’occasione per mostrare perlomeno intelligenza. La mentalità dei nostri calciatori è scolastica, e di questo andrebbe tenuto conto anche in sede di mercato. Mi aspetto delle scuse da parte dei calciatori al popolo laziale. Dalla società mi aspetto poco, perché il silenzio è assordante, oggi il mister ha dovuto inserire Luka Romero, che tra l’altro ha ben figurato. Nelle ultime due volte in cui ci si è esposti, abbiamo sentito che il contratto di Sarri sarebbe stato rinnovato e che il presidente sarebbe sceso in campo sul mercato. Lasciamo perdere. Mai come oggi è difficile valutare le prestazioni dei singoli, in una giornata in cui non ci siamo mai presentati davvero sul terreno di gioco. Ci proviamo lo stesso”.

STRAKOSHA 4 – Non è mai stato un gran portiere. Calciatore mai migliorato, la (non) lettura del primo corner di Pellegrini è veramente triste. La punizione del tris è una perla, ma lui certamente parte in ritardo e dispone male la barriera. 

MARUSIC 4 – Né carne né pesce, calciatore ordinario e senza grossa personalità, che si limita al compitino. Quando la squadra vince è da 6; se la squadra affonda, contribuisce al naufragio. Non spinge, non crossa, non sovrappone, non contrasta, non fa una diagonale, non difende. Serve altro?

LUIZ FELIPE 4 – All’ultimo derby, vi invito a guardare il movimento che fa sul gol del 2-0 di Abraham: terrificante. Quando era con la testa qui al 100% già inanellava errori, se ora la testa è già al futuro lontano dalla Capitale, preferirei che fosse schierato l’altro calciatore in scadenza di contratto, Patric, che – con tutti i suoi limiti – sotto questa guida tecnica ha dato segnali di miglioramento, e ha sempre dato tutto.

ACERBI 4- – Regala un corner assurdo dopo 30 secondi dal fischio iniziale, nella ripresa si perde Abraham e quando stoppa il rinvio di Rui Patricio, invece di appoggiare al compagno si concede il sombrero sull’attaccante rivale per poi spedire fuori il pallone. Non riesce ad essere più lucido a livello mentale. E se perde la testa anche lui…

HYSAJ 4 – Dalle sue parti Karsdorp ha il tempo di cadere, rialzarsi, proporsi come Candreva il 26 maggio, saltarlo e servire l’assist del raddoppio. Completamente spaesato, se avesse un degno competitor sarebbe in panchina da mesi. 

LAZZARI 4,5 – Mezzo voto in più per l’attenuante di dover entrare in campo a gara già ampiamente finita e duettare (si fa per dire) prima con un Felipe Anderson in formato fantasma e poi con il giovane Romero. Spesso, tuttavia, si ostina a buttare il pallone avanti e sbattere contro due uomini. La fretta è cattiva consigliera e gli fa sbagliare la misura di alcune aperture, permettendo i recuperi di Pellegrini e Zalewski. Continua a non indovinare neanche mezza volta la misura dell’ultimo passaggio e dei cross. L’obiettivo dello staff tecnico, ai nastri di partenza, era di sganciarlo a gara in corso come unico vero cambio a nostra disposizione (non avevamo altri uomini che potessero, come si dice, “cambiare il match”), ma purtroppo alla mezzora la partita era già chiusa.

MILINKOVIC 5 – Prima insufficienza piena in stagione, ma ha la forte attenuante di aver giocato dal decimo minuto in poi col naso praticamente rotto a causa di una sbracciata di Ibanez che andava rivista al VAR. Anche in quell’episodio, le proteste dei nostri non sono esistite. Come al solito. 

LEIVA 4,5 – Abbandonato a se stesso, le distanze tra i reparti sono abissali e da solo non può avere il passo di Mkhitaryan. E’ comunque l’unico che nell’ora di gioco a disposizione fa sentire il fisico con interventi da “palla o gamba“. Nella confusione tattica di oggi non si può chiedere a questo ragazzo di 36 anni di coprire tutto il campo.

CATALDI 5 – Può poco nell’ultima mezz’ora, non inquadra la porta né su punizione né quando prova a caricare la conclusione dalla distanza: destri altissimi e mai pericolosi. Era al rientro, non poteva di certo riaccendere una partita che abbiamo perso prima di scendere in campo e che, al momento del cambio, era ampiamente compromessa.

LUIS ALBERTO 4 – Gioca sulle punte, senza cattiveria, tralasciando la fase difensiva e sbagliando tutti i palloni possibili. Non ha nelle corde la tenacia, la grinta e nemmeno il physique du role per giocare questo tipo di partite. Oggi è stato l’emblema di come non si gioca un derby. L’unico tiro in porta della gara è il suo, e il modo in cui calcia è tutto un programma.

FELIPE ANDERSON 4 – Come gli capita (troppo) spesso, perde i primi due duelli, si intristisce, e sparisce letteralmente dal campo, staccando la spina. Sarri, vedendolo con la testa bassa, prova prima a spostarlo a sinistra invertendolo con Pedro, poi non può esimersi dal toglierlo dal campo. Tra andata e ritorno del derby, abbiamo visto la bella e la brutta copia dello stesso calciatore, e avuto l’ennesima testimonianza del motivo per cui non sia mai riuscito ad esplodere in un’intera carriera.

IMMOBILE 4,5 – Non gli arriva mezzo pallone giocabile, ma questa sera fa flop anche il nostro capitano, che chiude la partita senza essere mai riuscito a calciare in porta. Poco servito, ma anche poco presente nella gara. Dopo il fallo da cui scaturisce la punizione del tris di Pellegrini l’arbitro Irrati è stato circondato, sul 2-0, da 5 calciatori giallorossi che invocavano una sanzione disciplinare. Da Ciro mi sarei aspettato qualche protesta in più sia in occasione dell’atterramento di Milinkovic che nell’occasione della sbracciata di Mancini su Luis Alberto.

PEDRO 5 – A fine gara è l’unico ad andare a scusarsi sotto la Curva. In campo sarebbe tra i più propositivi, ma non è assistito dalla forma fisica di qualche mese fa. In avanti mancano idee, così anche lui non può che sbattere – nella ripresa – contro i centrali rivali. Rimedia un giallo un po’ ingenuo che gli farà saltare la sfida col Sassuolo, dove torneremo ad avere le ali contate.

LUKA ROMERO 6 – Se un ragazzo di 17 anni è l’unica stiracchiata sufficienza della stracittadina, bisognerebbe porsi qualche domanda. Il più giovane di tutti ha insegnato nell’ultima mezz’ora come si scende in campo in partite del genere. Sarri lo getta nella mischia, confermando ancora una volta l’inesistenza dell’ultima sessione di mercato (in attacco c’è solo Immobile, e Jovane Cabral non sembra essere – nemmeno nelle idee – né il suo vice né un esterno d’attacco). Il “bambino”  risponde presente: si mette a mordere le caviglie ai rivali, vince i contrasti, entra duramente in scivolata, e a gioco fermo va a riprendersi il pallone per accelerare le rimesse laterali dell’altra squadra. Ha avuto l’atteggiamento che è mancato a tutti i compagni.

SARRI NG – E’ l’allenatore, e quando si perde un derby senza giocarlo deve ricevere qualche critica. Eppure, mai come in questo momento penso sia l’ultimo dei responsabili, ritengo che vada protetto e che rappresenti forse l’unica speranza per il nostro futuro. La gara di oggi è INGIUDICABILE dal punto di vista tattico e dei contenuti, perché è durata cinquanta secondi scarsi ed è stata giocata dai nostri interpreti con totale superficialità e supponenza. Ogni disamina tecnico-tattica sarebbe superflua. Alla metà del primo tempo la frittata era già stata fatta e andavano soltanto limitati i danni. L’allenatore è stato lasciato colpevolmente solo dalla società tra giugno e gennaio (solo per citare la fase difensiva, a otto gare dal termine della stagione Strakosha, Ramos, Acerbi, Marusic, e i loro possibili sostituti Patric e Radu sono quasi certi di non rimanere l’anno prossimo), e in una partita che si prepara da sé è stato “tradito” da calciatori che di derby ne avevano giocati a decine. Se chi è sceso in campo si è sentito con la pancia piena e non possiede gli attributi per disputare partite di questa caratura, allora sarà bene che in sede di mercato si valuti la personalità dei prossimi acquisti, e che si portino a Roma profili che abbiano FAME. E’ triste da constatare, ma la nostra rosa è ad oggi un mix di calciatori dal futuro già segnato ed ex senatori a fine carriera. Ad un maestro di calcio come Sarri vanno forniti attori che magari non abbiano curricula altisonanti (sappiamo tutti di non poterci permettere la luna) ma siano funzionali alle sue idee e siano, soprattutto, concordati con il mister. Non come Jovane Cabral e Kamenovic, per capirci.